Recensione: Tuo, Simon

Di film sulle turbe adolescenziali ce ne sono fin troppi. Ecco perché Tuo, Simon è l’unico che dovete guardare.

Bisogna dirlo. Negli ultimi anni i film sentimentali con protagonisti teneri e fragili adolescenti americani in cerca del loro posto nel mondo stanno spopolando. Da Noi siamo infinito a Città di carta, passando per Colpa delle stelle e decine di altri titoli meno popolari, queste pellicole stanno saturando il mercato delle commedie romantiche, presentando di volta in volta gli stessi stereotipi, le stesse situazioni, quasi le stesse frasi, fino allo sfinimento.

Ed è per questo motivo che mi sono approcciato alla visione di Tuo, Simon con aspettative bassissime, partendo già prevenuto, quasi certo che sarei uscito dalla sala quantomeno annoiato, se non totalmente deluso.

E, a riprova del fatto che tutti si possono sbagliare, mi sono alzato dalla poltrona col sorriso, soddisfatto e sinceramente divertito.

Ma facciamo un passo indietro e riassumiamo la trama del film.

Simon Spier nasconde un enorme segreto alla sua famiglia, ai suoi amici e a tutti quelli che conosce: è gay. L’unica persona con cui Simon riesce ad aprirsi è Blue, un ragazzo che ha fatto coming out in forma anonima sui social e la cui identità è un mistero; lo stesso Simon può contattarlo esclusivamente tramite e-mail. Quando il segreto di Simon viene messo a rischio, il ragazzo è costretto a confrontarsi con gli altri e con se stesso.

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Sebbene le premesse non siano delle migliori e il finale sia prevedibile dal primo minuto, Tuo, Simon è un film che funziona benissimo e che riesce nel suo intento di coinvolgere lo spettatore.

Il segreto di questa pellicola è l’ironia, la leggerezza con cui affronta certe tematiche come l’omosessualità e il bullismo, seppur con delicatezza. Non offende nessuno ma suscita qualche risata.

Lo stesso Simon, nelle mail che invia con Blue ironizza sulla propria omosessualità, sulla sua prima cotta e sui gusti musicali ed estetici che dovrebbero dipendere, secondo gli stereotipi di turno, dal suo orientamento sessuale.

L’ironia è anche uno dei tanti aspetti del carattere del protagonista che permetto allo spettatore di immedesimarsi in lui. Simon è infatti un ragazzo come tanti, non è né bello, né brutto; né l’anima della festa, né un asociale; non è né un romantico, né un cinico; né un effeminato, né un macho. È un personaggio realistico, semplice da capire, ma impossibile da definire con un singolo aggettivo. Potreste essere voi, potrebbe essere il vostro compagno di banco o un vostro conoscente, e questo lo rende credibile e permette allo spettatore di empatizzare con lui.

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L’intero film fortunatamente supera gli stereotipi del genere e rappresenta realisticamente le varie situazioni che si susseguono: le amicizie e i rapporti familiari non sono idilliaci, i momenti drammatici non sono troppo rimarcati ed evitano di scadere nel ridicolo. Persino il lieto fine, per quanto scontato, tarda ad arrivare.

Dal punto di vista tecnico non c’è molto da dire. Il cast di giovani attori (tra cui troviamo anche Katherine Langford, la Hannah Baker di Thirteen Reasons Why) non brilla particolarmente, nè tantomeno sorprendono gli adulti. Sopra la media troviamo solo Nick Robinson, nel ruolo del protagonista e Logan Miller che inerpreta il (talvolta) simpatico Martin.

La regia fa quel che deve, e la sceneggiatura poteva essere levigata in alcuni punti, ma tutto sommato funziona ed intrattiene.

In conclusione: Tuo, Simon è una commedia adolescenziale che si prende poco sul serio, e fa benissimo, perché è proprio così che riesce a divertire a ad interessare anche chi non sopporta il genere.

 

Concludo elencando quelli che, a mio avviso, sono i pregi e difetti della pellicola, ai quali seguirà una valutazione in decimi.

 

PRO:

  • Tono leggero e scanzonato.

  • Ci si immedesima facilmente col protagonista.

 

CONTRO:

  • In fondo è solo una commediola adatta a passare due ore di spensieratezza.

 

VOTO FINALE: 7/10

 

Vi ringrazio per aver letto questa recensione fino alla fine. Un abbraccio inquietantemente lungo dal vostro amichevole Señor Flickman di quartiere, a presto!

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